Il punto sui cambiamenti avvenuti nella gestione delle licenze software
08 maggio 2017Come si stanno evolvendo le licenze per quanto riguarda i software? Quali sono i benefici che un'azienda può trarre dalle nuove modalità di licensing?
Licensing e software: che cosa cambia
Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un cambiamento nella gestione delle licenze per l'utilizzo di diverse tipologie di software. Per fare il punto e capire lo stato attuale nell'ambito del licensing, partiamo da una veloce panoramica delle parole chiave che entrano in gioco quando si trattano questi argomenti.
In informatica si parla di licenza o contratto d'uso per indicare un tipo di contratto che regolamenta e concede il diritto di utilizzo di un prodotto a uno o più soggetti. Per principio, una licenza di software trasferisce al soggetto utilizzatore alcuni ben definiti diritti: installazione del software sull'hardware, sua visualizzazione ed esecuzione. Nel territorio dell'Unione Europea si parla spesso di EULA (End-User License Agreement) o accordo di licenza con l'utente finale come contratto tra chi fornisce un programma software e l'utilizzatore finale, questa è una tra le più diffuse modalità di licenza disponibili.
Concentriamoci però sulla licenza stessa, licensing in inglese: che cosa significa? Il termine licensing viene utilizzato per definire la cessione dell'autore o del detentore di un diritto ad un soggetto altro, che lo utilizza ricavandone dei benefici economici.
Fino a qualche anno fa molti software erano venduti solamente nella classica scatola, la box fisica, provvista di licenza e cd di installazione. Oggi non ritroviamo più un concetto fisico di “acquisto” di un software, il valore materiale si percepisce solo a livello operativo e produttivo e quindi in una seconda fase rispetto all'installazione iniziale. Le licenze “viaggiano” nel web, attraverso una sorta di abbonamento e canone. Il passaggio a questo nuovo modello di licensing ha portato a dei cambiamenti all'interno delle aziende, non solo a livello operativo ma anche amministrativo. Tra i vantaggi non solo una maggiore flessibilità d'utilizzo, ma anche ricadute fiscali interessanti.
Partiamo dall'aspetto fiscale. La spesa di acquisto per una licenza tradizionale viene sottoposta ad ammortamento per una durata prestabilita. Altre tipologie di licensing, come ad esempio Office365 o Exchange Online (se rimaniamo in Microsoft), non necessitano di una spesa iniziale di acquisto, ma solamente di un costo su base mensile per l'utilizzo del software. Un'azienda paga solo le licenze utilizzate, i cui costi sono interamente deducibili nell'anno fiscale corrente. Se si abbassa il numero di utenti si abbassa il canone, se per un periodo c'è bisogno di più licenze, si pagheranno solo per quel periodo.
Analizziamo un esempio concreto e aggiornato.
A maggio 2017 una licenza di Microsoft Office Standard (Outlook, Word, Excel) nella versione trasferibile da un PC ad un altro, ha un costo di Euro 398,00. La stessa licenza nella versione corrispondente a canone mensile costa 8,50 Euro al mese. Con questi dati possiamo stablire che il break event point, ovvero il punto di pareggio tra i costi totali e i ricavi totali dell'azienda, sarà di 4 anni. Se consideriamo che la versione di Microsoft Office viene aggiornata in media ogni 3 anni, la soluzione a canone si rivela essere conveniente sia da un punto di vista fiscale che economico. Il vantaggio è inoltre quello di avere a disposizione sempre la nuova versione di Microsoft Office, il cui costo è deducibile e gestibile nel tempo.
Quali sono i vantaggi per l'utilizzatore?
Si è passati nel tempo ad un modello molto simile all'approccio pay per use: si paga solo per l'utilizzo di un prodotto, un software. Un notevole risparmio di risorse e una migliore gestione delle licenze a livello interno aziendale.
Alcuni tra i maggiori vantaggi di avere un software “in affitto” sono:
- flessibilità nell'utilizzo dei software
- accesso all'ultima versione del programma, per usufruire sempre degli ultimi aggiornamenti e delle novità implementate
- portabilità delle licenze, per continuare a lavorare da qualsiasi dispositivo, senza che la licenza venga “agganciata” all'hardware di un unico device
- listini agevolati. Ogni azienda ha la possibilità di scegliere solo quello di cui ha bisogno, in base alle proprie risorse in termini di personale e di attività produttive
- licenza personale. Ogni licenza viene associata all'utente che utilizza il software e non al device dove viene utilizzato il programma, in alcuni casi la stessa licenza può essere installata su più device dello stesso utente (vedi PC, Notebook, Tablet).
Con queste nuove modalità di licensing il ruolo dell'azienda cambia, il modello “pay per use” non trasferisce più la licenza d'uso all'azienda, ma concede un diritto limitato nel tempo, per l'utilizzo di un software . La figura stessa del rivenditore cambia: diventa un esperto del servizio, non un semplice fornitore di software, ma un partner che accompagna l'azienda verso la scelta della soluzione migliore, più adatta alle esigenze e alla produzione.
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